Benessere animale, Allevamento etico, Ecologico

L'ETICHETTA DI BENESSERE ANIMALE

L'ETICHETTA DI BENESSERE ANIMALE

MA SIAMO SICURI?

 

Per adeguarsi ad una normativa europea contenuta nella Strategia in materia di benessere degli animali per il periodo 2016-2020, il Ministero della Salute ha elaborato un Piano Nazionale per il Benessere Animale che prevede l'attuazione di alcune migliorie nella fase di allevamento e di trasporto, questa è stata messa in atto anche per aumentare la sicurezza alimentare,un tema importantissimo dei giorni nostri.



Questa legge europea vieta il taglio della coda, infatti in condizioni di stress come quelle che si possono presentare in un allevamento intensivo, solitamente i suini si mordono la coda per questo viene tagliata. A questo punto in Italia ci si deveva adeguare, per cui l'equazione è stata: aumento benessere—>diminuzione del taglio della coda. Giustissimo ma vediamo un pò nel dettaglio di che cosa si tratta.

 

Qualche mese fa ho partecipato al corso di Benessere animale negli allevamenti suini. Finalmente contenta che si parli di benessere animale mi presento e apro le orecchie. Nelle diverse giornate si inizia a parlare degli allevamenti classici e delle migliorie da attuare per poter rientrare nella categoria di allevamenti con “benessere animale”, quella famosa dicitura che ormai si trova in molte confezioni di carne e uova al supermercato. Dopo due giornate mi sono chiesta di che cosa stessimo parlando!!!

Si può parlare di benessere animale quando si prevede solo 0.1 metri quadrati di spazio in più per un suino di 170kg, che avrebbe a disposizione 1.1 metri quadrati , invce che un metro quadrato come da normativa europea?

Inoltre una normativa che non prevede il cambiamento di allevamento delle scrofe, quindi non immaginatevi di certo animali liberi insieme alla loro madre!

Il Piano Nazionale prevede la compilazione da parte del veterinario aziendale di un questionario previsto in Classy Farm. Alcune delle domande alle quali il nostro veterinario ha dovuto rispondere per noi mentre stava visitando i pascoli:

-Materiale per esplorazione e manipolazione (tipo truciolo): quantitativo e utilizzo ....eh?

-Concentrazione di gas nocivi...ma sono all'aperto!

-Pulizia degli animali...sporchissimi perchè adorano il fango!

-Materiale per esplorazione e manipolazione (tipo tronchetto o catena per giocare)....risata...

Le opzioni erano insufficiente, migliorabile, ottimale....ecco non si sapeva che cosa rispondere.

 

Molte associazioni si sono accorte di questi controsensi e Ciwf insieme a legambiente spiegano:

“Rendendo non riconoscibili i prodotti provenienti da allevamenti all'aperto o, più in generale, da quelli più rispettosi del benessere animale si penalizzano tutti quegli allevatori che lavorano per dare una vita migliore agli animali, rispettando l'ambiente e la salute delle persone. Le etichette sul benessere animale rischiano così di livellare verso il basso quella qualità del made in Italy che tanto si sponsorizza, soprattutto all'estero".



A questo punto noi quale dicitura dovremmo utilizzare per differenziarci da tutto questo? Se anche gli allevamenti intensivi mettendo in pratica qualche piccolo accorgimento possono etichettare il loro prodotto come proveniente da un allevamento certificato con Benessere animale?

 

 (nella foto mio marito insieme ad una scrofetta)